l'oro bianco
Dancalia, Etiopia
Uno dei luoghi più inospitali del pianeta, dove una volta c’era un mare si formò un deserto di sale, mentre vulcani ancora attivi creano un paesaggio da inferno Dantesco.
Siamo in Dancalia, un luogo isolato e desolato, dove non piove quasi mai e le temperature superano i 40 gradi, mentre il popolo di etnia Afar continua a sopravvivere estraendo il sale da secoli e secoli.
Ed è da millenni che le carovane di cammelli, carichi di sale, guidate da uomini di etnia Tigrina, al mattino, prima ancora che sorga il sole, si mettono in cammino per andare a vendere o barattare il prezioso prodotto, e solo quando il sole comincerà a tramontare, come in un contro esodo biblico, faranno una sosta presso un villaggio o in mezzo al deserto, per poi rimettersi in marcia il giorno dopo, e così ancora senza mai fermarsi per mesi e mesi.
Questo è il mondo degli Afar, magrissimi e spigolosi. Carattere aspro e brusco, sono grandi guerrieri. Il loro nome inneggia alla libertà. Contano i giorni seguendo il movimento di luna e stelle e la loro lingua è ostica per chiunque. Vivono in clan seminomadi. A sud in terre più fertili fanno pascolare le loro vacche e vivono in capanne basse a forma di iglù fatte di stracci, plastica e lamiera.
A nord vivono in villaggi disordinati fatti di capanne in legno e lamiera costruite in mezzo a sassi e polvere. Qui in questa terra unica al mondo dove si cammina sul fondo di un mare prosciugato, acqua e sale, fuoco e sole, hanno modellato un paesaggio che non ha eguali.