Il mondo perduto
Fars, Iran
Sui monti Zagros, nella regione del Fars nel sud-ovest dell'Iran, c’è una vallata in alta quota che si chiama “Behesht Gomshodeh” che significa “Il mondo perduto”.
Siamo a quasi 3000 metri sul livello del mare, un luogo magico. Una valle incontaminata, completamente isolata e disabitata per buona parte dell’anno. Quando invece nelle pianure più in basso inizia a fare caldo, generalmente a fine marzo inizio aprile, famiglie intere di pastori si trasferiscono in alta quota per portare i loro animali a pascolare dove è più fresco e dove trovano tanto cibo. FOTO PECORE In questa parte dell’Iran vivono i Qashqai, un insieme di tribù in gran parte di origine turca, infatti, fra di loro parlano un dialetto turco, e molti anziani non conoscono il farsi, che tutti gli anni da tempi antichi svolgono la transumanza con i loro animali. FOTO TENDA Fino a pochi decenni fa si spostavano a piedi, ora molti di loro trasportano tutta l’attrezzatura, anziani, bambini e animali con l’aiuto di furgoni. Sono circa 50 le famiglie che nei mesi estivi vivono nella valle, quasi tutte imparentate fra di loro, e che tutti gli anni si accampano esattamente nello stesso luogo. FOTO CAMPO La maggior parte di queste famiglie durante i mesi invernali vive nei villaggi in case di mattone, alcune invece sono rimaste ancorate alle antiche tradizioni e vive sempre in tende molto essenziali, come la famiglia di Alì Mardon Mardonlu. FOTO TENDA Alì mi ha raccontato che ha sempre vissuto in tenda, è nato in una tenda, suo figlio Bahman è nato durante la transumanza che ancora si faceva a piedi circa 30 anni fa, e che in tutta la sua vita ha dormito in una città solo 2 volte. Tutte le mattine alle 5.30 porta al pascolo il gregge di circa 150 capre e torna per il pranzo e le capre vengono munte dalla moglie, Manzar. FOTO PECORA A metà pomeriggio torna al pascolo e rientra subito dopo il tramonto e a volte capita che alcune capre si smarriscano e vengano poi attaccate dai lupi o dagli orsi che vivono nella vallata. Con il latte fanno delle palline di yogurt che vengono fatte seccare al sole e le usano come condimento con erbe selvatiche raccolte durante il pascolo, FOTO SIGNORA mentre con il pelo si fanno i vestiti e il loro unico commercio è la vendita dei loro animali. Alì mi dice che è fortunato perché ha una sorgente d’acqua vicino alle tende, altri invece devono ingegnarsi con dei tubi di gomma lunghi centinaia di metri per fare arrivare l’acqua al campo. FOTO BIDONE Acqua ovviamente fondamentale per la sopravvivenza della sua famiglia e per i suoi animali.