I pescatori di Lamalera

Isola di Lembata, Indonesia

Un’autentica testimonianza di una tradizione ancestrale che potrebbe scomparire nel giro di poco tempo. Il reportage racconta infatti la pesca di sussistenza agli animali marini fatta ancora secondo i metodi tradizionali utilizzati già nell’ottocento.

Siamo in Indonesia, nel piccolo e arroccato villaggio di Lamalera, sulla costa meridionale dell’isola di Lembata, che fa parte dell’Arcipelago di Nusa Tenggara. Il villaggio di Lamalera rimane infatti uno dei pochi luoghi al mondo dove viene ancora praticata la caccia alle balene, delfini, orche, squali, marlin, mante e tartarughe utilizzando solamente arpioni di ferro montati su canne di bambù, che vengono conficcati nel corpo delle prede avvistate dal ramponiere. Il ramponiere sta in piedi sulla pensilina della piccola imbarcazioni di legno a motore. Il motore viene spento appena la barca è vicina all’animale e a quel punto vengono utilizzati i remi. Qui la pesca diventa una vera e propria lotta alla pari tra la preda e il pescatore che dà dimostrazione della propria abilità e coraggio lanciandosi sull’animale per tentare di catturarlo utilizzando solo l’arpione. Non sempre è l’animale a soccombere e a volte sono gli uomini a rimanere uccisi o gravemente feriti. Dato che il territorio su cui sorge il villaggio è tendenzialmente roccioso e dispone di ben pochi terreni produttivi, ancora oggi la pesca è la più importante fonte di sussistenza. Tutto ciò che viene catturato viene diviso fra gli abitanti del villaggio, e in parte mangiato fresco o fatto essiccare per essere consumato durante le stagioni in cui non è possibile pescare. Questo tipo di pesca ancestrale, che ha la forma di un rituale ricco di superstizione e sacralità, rimane da secoli sostanzialmente immutato e si tramanda di generazione in generazione, di padre in figlio.